Vi siete mai chiesti perché Plutone non è un pianeta?
Plutone è un pianeta nano del sistema solare, scoperto nel 1930 da Clyde Tombaugh e inizialmente inteso come nono pianeta.
Nell’ agosto 2006 fu battezzato Pluto e venne classificato come pianeta nano.
Esso è il più grande tra i pianeti nani e il secondo più massiccio dopo l’ Eris.
Dopo qualche anno, fu rinominato Plutone, grazie all’ idea di una bambina di 11 anni.
Plutone è anche un esempio di oggetto transnettuniano ed esso si avvicina al Sole più di Nettuno, è stato nominato come elemento di riferimento della classe dei pianeti nani transnettuniani.
Plutone è formato da roccia, ghiaccio, acqua, metano ed altri elementi.
Al suo interno c’è un nucleo di roccia rivestito da uno strato di ghiaccio, quest’ ultimo riuscirebbe a contenere un oceano liquido.
Il 98% della superficie di Plutone è composto da ghiaccio d’ azoto, con tracce di metano e monossido di carbonio.
Si trovano delle macchie chiare, probabilmente composte d’ azoto e metano solido, e altre scure, composte da antiche pianure laviche.
Quando Plutone si allontana dal Sole, la sua atmosfera si congela e scende di superficie;invece quando si avvicina al perielio , la temperatura aumenta e i ghiacci espandono del gas. Questo provoca un effetto serra al contrario.
Il metano costituisce un potente gas serra nell’ atmosfera e porta ad un’ inversione termica.
Uno studio rivela che potrebbe verificarsi, per la prima volta, una sfuriata di vento nella sua atmosfera.
Plutone ha cinque satelliti naturali: Caronte, Notte, Idra, Cerbero e Stige.
Esso, dunque, non è considerato un pianeta, perché per esserlo bisogna avere tre caratteristiche: deve essere in orbita attorno al Sole; deve avere una massa sufficiente in modo che possa vincere le forze di corpo rigido, assumendo una forma di equilibrio idrostatico (quasi come una sfera) e deve avere ripulito le vicinanze intorno alle sue orbite.
E’ stato comunque difficile e lento nominarlo pianeta nano, per via di qualche esitazione.
Fonte testo: wikipedia
Fonte immagine: google
Emma Vireca, Irene Pallavicini 3D