L’Australia brucia da settembre, come avevamo spiegato qui, e la conta dei danni sale vertiginosamente di ora in ora.
Secondo le ultime stime dell’8 gennaio, siamo a 10,7 milioni di ettari percorsi dal fuoco: un’area pari a Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia e mezza Emilia Romagna messi insieme. Anche le aree protette non sono state risparmiate dalle fiamme, come il Wollemi National Park (sito UNESCO) e Kangaroo Island, solo per citarne due.
In questi mesi sono andati distrutti oltre 6.000 edifici, di cui 2.000 abitazioni; gli sfollati sono oltre 100.000 e 28 persone sono morte. L’aria densa di fumo, dalle tinte gialle e rosse, è irrespirabile. Mentre le stime sulla fauna colpita – ancora preliminari – fanno rabbrividire. Il bilancio, solo parziale, è già terribile così. Proviamo a capirne di più e diradare il fumo su dati, immagini, cause e notizie che si rincorrono in questi giorni.
PERCHE NON SI RIESCE A SPEGNERE IL FUOCO?
Il fuoco corre, e anche parecchio, molto più di un uomo allenato che riesce a fare una decina di chilometri all’ora. Il fuoco viaggia a una velocità di circa 22 km/h. Mentre si diffonde tra le chiome degli eucalipti a circa 11 km/h. Questa è già una prima difficoltà nel fronteggiare gli incendi che diventano rapidamente fuori controllo. In alcune aree poi le fiamme hanno raggiunto anche i 70 metri d’altezza.
LA CAUSA DELL’INCENDIO
Le cause e le colpe sono molteplici. Iniziamo col dire che ad accendere la miccia sono stati eventi naturali, in particolare fulmini, ma anche tralicci della corrente caduti per i venti a oltre 100 km/h. Ma molti altri incendi sono attribuibili alla mano umana, tra errori evitabili, divieti temporanei inascoltati e roghi appiccati di proposito.
18-01-2020 Nicholas Pozzi 3C